La Storia
Le origini dell’Accademia di Storia dell’Arte Sanitaria sono legate alla fondazione dell’Istituto Storico per il Museo dell’Arte Sanitaria (22 aprile 1920) da parte di tre promotori – il Generale Mariano Borgatti 1, il Prof. Giovanni Carbonelli 2, il Prof. Pietro Capparoni – e delle massime Rappresentanze della Città di Roma e della Nazione: il Comune di Roma, i Ministeri dell’Interno, della Pubblica Istruzione, della Guerra e della Marina, il Sovrano Ordine di Malta, l’Ordine Mauriziano di Torino, la Croce Rossa Italiana e il Pio Istituto di S.Spirito e Ospedali Riuniti di Roma.
Poi l’Istituto Storico per il Museo dell’Arte Sanitaria viene eretto in Ente Morale (R.D. n. 1756 del 14 maggio 1922) e assume la denominazione di Istituto Storico Italiano dell’Arte Sanitaria, I.S.I.D.A.S.
Più tardi muta la forma del sodalizio in Accademia a classi chiuse e adotta un nuovo statuto (R.D. del 16 ottobre 1934 n. 2389, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 69 del 23 marzo 1934); così ha un suo programma scientifico, un suo stemma e un motto: una palma verde su campo d’oro con la scritta “Nec in arido arescit“.
L’Accademia è sotto la tutela e la vigilanza del Ministero per i Beni Culturali e Ambientali.
Appartiene all’Accademia il Museo Storico Nazionale dell’Arte Sanitaria con Biblioteca, Archivio e la seicentesca Sala Alessandrina, Aula Magna dell’Ente.
Il Museo, tra i più importanti del mondo, si sviluppa su una superficie di 850 metri quadri ed è sede ufficiale dell’Ente.
1 Il Generale Mariano Borgatti che aveva dato grande prova di capacità nella ricostruzione di Castel S.Angelo e nella sistemazione del Museo dell’Arma del Genio.
2 Il professore Giovanni Carbonelli, dopo aver svolto la sua attività di medico in Piemonte, Francia, Spagna, Germania e nell’America Latina, conclude la sua professione quale direttore della Maternità di Torino. Al Carbonelli venne l’idea di far ricerca dei preziosi strumenti chirurgici dispersi dagli invasori franco-napoleonici che erano conservati nel Convento di S. Natale a Ravenna, il cui catalogo era stato pubblicato a Faenza nel 1766.